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11 marzo 2008

CASTELMELLA, SCUOLA: ASCOLTO E CONFRONTO SERENO

Sabato 8 marzo, si è tenuta la Commissione Pubblica istruzione su richiesta dei Consiglieri Pedroni e Ricca della Lista Civica Uniti per Castelmella. Erano presenti l’Assessore Girelli, il Presidente del Consiglio Bozzi, Andrea Ricca e Lucio Pedroni. Assenti i consiglieri della Casa della Libertà Bogarelli e Andreoli.
Questa riunione si è svolta presso l’Istituto Comprensivo di CastelMella in occasione dell’incontro con il nuovo Dirigente Scolastico Dott.ssa Lidia Loglio arrivata il primo settembre scorso.
L’incontro è iniziato con la presentazione da parte della Dott.ssa Loglio della situazione operativa in cui sta lavorando, realtà in grande movimento ed espansione, cui lei sta dando il suo contributo per costruire un’identità di istituto comprensivo.: sollecitando gli ambiti dove vi era stato un buon funzionamento e nel miglioramento delle situazioni critiche. Si sta muovendo in un clima di collaborazione all’interno di dinamiche consolidate, muovendosi con grande cura nel reperire informazioni sul sistema precedente. Vi sono una serie di progetti attivi che si attuano su segnalazione del corpo docente, alcuni finanziati dall'amministrazione comunale altri no, che vengono attuati all’interno del sistema scolastico. Vi è un velato malcontento da parte del corpo docente se un progetto non è approvato, ma d’altronde il budget ha un determinato limite.
Il piano al diritto allo studio presentato dall’Assessore Girelli, che aveva trovato pareri positivi anche da parte della nostra lista, Uniti per CastelMella, è in fase di attuazione. Sono già state fatte alcune riunioni di verifica sui progetti e proposti, e ve ne sono alcuni nuovi per il prossimo anno scolastico.
Vi è stato un sereno confronto sulle problematiche che coinvolgono i giovani d’oggi, sul ruolo della scuola e della famiglia. Sono già operativi alcuni progetti a tal proposito, che però purtroppo vedono la scarsa partecipazione dei genitori: è difficile coinvolgerli e motivarli, su tematiche che spesso si crede riguardino gli altri e non possano essere considerate come potenziale pericolo per i propri figli.
I genitori partecipano numerosi quando si tratta temi quali la presentazione della scuola o la scelta del post scuola, fanno fatica invece quando vengono trattate tematiche relative al disagio giovanile (es: bullismo, alcol, droghe…).
Sono state accolte alcune nostre proposte in merito all’informazione ai genitori, alla proposta formativa, sul disagio giovanile e in ambito all' educazione ai mass media.
Sempre più spesso assistiamo ad una facilità di utilizzo dei nuovi strumenti tecnologici da parte dei giovani, senza una vera e corretta informazione sui pericoli di tali strumenti (vedasi filmati su YouTube)
Il tutto in un clima sereno e costruttivo, che possa ancor più accrescere l’offerta formativa per i ragazzi che frequentano le scuole di Castelmella.

Andrea Ricca Lucio Pedroni
Consiglieri comunali Lista civica Uniti per CastelMella

29 commenti:

Anonimo ha detto...

Finalmente attenzione ai problemi delle famiglie del nostro paese!
Altrochè aria malsana.
Io e mio marito abbiamo parlato anche con l'assessore, di coinvolgere di più i genitori. Lui ci ha dato ragione.

Anonimo ha detto...

Non è facile far venire a scuola i papà e le mamme dei ragazzi, vi è un certo disinteresse nei confronti di alcuni temi che si crede con l'educazione di genitore non toccherà mai al proprio figlio. Purtroppo talvolta qualche genitore si è dovuto ricredere.

Anonimo ha detto...

Forse la primavera sta dando i primi frutti, bene proposta intelligente e vicino alla realtà.
Appena avrò modo di incotrarvi mi spiegherete meglio.
Massimo

Anonimo ha detto...

Su alcuni temi credo sia responsabilità comune prevaricare i preconcetti della politica per dare risposte concrete, come mi auguro in questo caso.

Anonimo ha detto...

Da genitore dico che i figli sono la cosa più importante, talvolta siamo un po egoisti, ma credo in buona fede e per il bene dei nostri figli.

Anonimo ha detto...

Baby gangs, abuso di droghe e di alcolici, anoressia, bulimia, suicidio e, più recentemente, sette sataniche: il disagio giovanile è uno degli argomenti più scottanti che i mass media riportano quasi quotidianamente all’attenzione del pubblico.

Quali le cause? Difficile stabilirlo. Se si mira a trovare un capro espiatorio su cui agire, una ricetta che possa andare bene per tutti, si corre il rischio di banalizzare il fenomeno, di non considerare contesti e persone. Le cause sono molte e forse nessuna, presa in maniera isolata, è in grado di spiegare cosa si nasconda dietro comportamenti autodistruttivi, aggressivi e poco rispettosi per se stessi e per gli altri.
Il confronto su questi temi è importante, ma il ruolo di noi genitori ancor di più.

Anonimo ha detto...

in anni recenti si è affermato il concetto di prevenzione psico-sociale.

Questo approccio prende spunto dalla considerazione che l’identità di ciascuno di noi non si forma semplicemente rielaborando informazioni ed esperienze sociali, ma si costruisce nell’interazione quotidiana con soggetti e contesti.

Nel concetto di prevenzione psico-sociale ognuno di noi è protagonista della propria esistenza, soggetto in grado di prevenire i rischi, ma anche di attuare risorse e potenzialità inaspettate.

Come si realizza e a chi si rivolge la prevenzione psico-sociale? In molti progetti internazionali gli interventi si sono concentrati su contesti svantaggiati dal punto di vista economico, sociale e culturale. Quartieri degradati come i tipici slums americani, ritratti da una parte della cinematografia, con elementi tra il mito e la realtà, possono darcene un’idea. Se pensiamo però che il disagio possa nascere solo dove c’è povertà, disinformazione, emarginazione, siamo sulla strada sbagliata. Anche in realtà apparentemente meno problematiche e benestanti esistono e si manifestano forme di disagio giovanile.
Quindi la soglia di attenzione deve essere sempre vigile, anche qui a CastelMella.

Anonimo ha detto...

Sono Luca, educatore di strada, abito nella zona nuova, vicino a via Prat del portec, mi piaceva segnalare la mia esperienza.
L’educatore di strada è una delle attività più utilizzate nei recenti interventi su bambini/giovani devianti e disagiati. Questo tipo di intervento permette di entrare a diretto contatto con il mondo di appartenenza del giovane, comprendendone schemi, meccanismi e facilitando il contatto dei ragazzi con adulti dalla valenza positiva. In tutti questi interventi l’obiettivo principale è quello di cercare di sviluppare e promuovere le risorse di ogni individuo e del suo contesto, permettendogli di provare concretamente che, in qualsiasi condizione, un’alternativa esiste ed è possibile.
Grazie per lo spazio.

Anonimo ha detto...

Ciò che appare fondamentale è la creazione di una rete in cui "giovane e dintorni" possano trovare assistenza, consulenza, sostegno e stimolo. La creazione di una comunità consapevole del problema, consapevole dei propri limiti e risorse, al di là dei luoghi comuni, è sicuramente uno degli aspetti più importanti per la prevenzione del disagio giovanile

Anonimo ha detto...

Buongiorno, sono Maria Grazia Figini, vi porto a conoscenza del libro curato con Don Giorgio Pontiggia: "Il Disagio giovanile: l'educazione possibile".
Questo libro non comunica una teoria sull’educazione con i ragazzi difficili; è piuttosto la testimonianza di un “cantiere aperto”, di un rischio in atto tra un gruppo di circa quaranta operatori coinvolti nelle strutture educative e di accoglienza del Gruppo EDIMAR presente, nel Veneto, a Padova, Chioggia, Treviso e Verona.
Niente di definitorio o definitivo, dunque, ma la documentazione di un “rischio educativo in atto” che nasce dalla certezza di un cammino buono cominciato, che diventa speranza di un cammino possibile per altri, compresi i ragazzini che, tanto per cominciare, ti dicono: “Non me ne frega niente di te”.
La forma scelta è quella del dialogo che avviene negli incontri periodici di formazione per gli educatori e gli altri operatori e nelle assemblee annuali che registrano il cammino compiuto durante l’anno.
Si intrecciano, perciò, richiami ideali a domande concretissime, comunicazioni di fallimenti e di timidi risultati positivi.
È un testo che può fare “compagnia” a educatori, famiglie, insegnanti che operano con adolescenti in difficoltà, ma è anche una valida documentazione per universitari di scienza dell’educazione e psicologia che intendono avvicinarsi a questo mondo così complesso dell’adolescenza.
Grazie per lo spazio.

Anonimo ha detto...

L’adolescenza, come sappiamo, è il periodo evolutivo più delicato e contrastato della crescita umana.

I primi ostacoli, grandi o piccoli, si presentano quotidianamente e le giovani generazioni non sono pronte ne preparate ad affrontarli ne tantomeno a superarli.

La mancanza di valori, di punti di riferimento, di trasparenza sociale, frustrazioni, delusioni e illusioni continue, facili promesse mai mantenute sono alcuni aspetti che rendono il giovane disorientato e debole psicologicamente.

La famiglia, abbandonata dalle istituzioni nell’affrontare le varie problematiche che si presentano quotidianamente, non possiede più il carisma e l’ascendenza di un tempo.

I genitori che anch’essi assaliti dall’ansia del far quadrare i bilanci familiari, trasmettono incertezze sul domani, la povertà che avanza, anche nelle classi che un giorno erano considerate privilegiate, per mancanza di lavoro, il doversi riabituare alle rinunce ed ai sacrifici, ritornare a fare lavori che per l’utopico miraggio del posto di lavoro fisso con il colletto bianco, sono scomparsi anche questi sono punti che incidono sulle giovani menti e la nevrosi, nel migliore dei casi è garantita.

La scuola non ha la giusta dimensione per trasmettere i veri valori, la figura maschile, quasi assente se non scomparsa nelle classi elementari e medie fa sì che l’identificazione del giovane sia a senso unico poiché in quest’ultimi anni la figura paterna ha subito un notevole ridimensionamento.

Anonimo ha detto...

Le critiche possono starci, ma servono anche iniziativa e proposte.
Non possiamo essere solo critici verso chi amministra, se facciamo qualche proposta, se è interessante, può essere che venga accolta.
Fateci sapere.

Anonimo ha detto...

Ciao Andrea,
ho visto la tua mail che segnalava la pubblicazione di un articolo sul blog della vostra lista e sono venuto a curiosare:un consiglio, bacchettate un po di più,fatevi sentire.
Vasco

Anonimo ha detto...

Mi pare che, su un tema così delicato non vi debbano essere steccati "politici",infatti è stato evidenziato che l'incontro è avvenuto con la commissione consiliare che comprende sia consiglieri di maggioranza che di opposizione (e l'assessore comprente).

Anonimo ha detto...

Ringrazio la dott. Maria Grazia Figini, presidente FOAM (Federazione Opere Accoglienza Minori) per l'intervento e il consiglio sul libro di Don Pontiggia.

Davvero una libro prezioso e utile.

Invito poi la dott. Figini (se lo gradisce) a contattarci attraverso il nostro e-mail (unitipercastelmella@gmail.com) ed eventualmente a fornirci altri consigli (o link internet) utili.

Grazie.
Giovanni Mor
Coordinatore Lista Civica Uniti per Castelmella

Anonimo ha detto...

I figli meritano attenzione,
ma non possono e non devono essere ossessionati da noi genitori.

Anonimo ha detto...

Vi parlo da studente, ho 18 anni.
Onestamente voglio coinvolgere il meno possibile i miei genitori nelle mie scelte. Preferisco arrangiarmi, cercando di stare attento a non scottarmi con certe brutte cose.

Anonimo ha detto...

Sono un'insegnante, un po stanca (perdonatemi qualche errore), vorrei dare il mio contributo e la mia opinione in relazione a quanto scritto dai due consiglieri, preferisco restare anonima per evitare problematiche con la dirigente e i colleghi, volevo però specificare cos'è l'offerta formativa.

Il P.O.F. (piano dell'offerta formativa) è il documento che delinea l'identità collettiva, culturale e progettuale dell'Istituto: contiene le finalità educative, gli obiettivi formativi, la programmazione didattica, le scelte organizzative e i criteri di utilizzazione delle risorse; esplicita i riferimenti culturali, dichiara le intenzioni, definisce le strategie concrete di azione educativa; è la base progettuale unificante della attività di insegnamento nei suoi aspetti pedagogici, didattici e organizzativi.
E' anche il punto di riferimento che consente alla scuola di aprirsi alla collaborazione dei genitori e degli altri soggetti della comunità sociale.
E' lo strumento con il quale la scuola acquisisce sul versante interno una precisa consapevolezza delle proprie intenzioni (che le permette di autovalutarsi) e assume sul versante esterno una fisionomia riconoscibile ed una trasparenza (che permette agli utenti di conoscere il funzionamento della scuola e di valutare la funzionalità dei servizi e l'efficacia degli interventi).
La presentazione del POF alle famiglie costituisce la condivisione di un "contratto formativo" tra i protagonisti del processo educativo, alunni scuola, famiglia, e consente all'istituto di esplicitare le proprie finalità educativo/didattiche.
Una volta approvato dai diversi organi competenti è vincolante e costituisce un impegno per l'intera comunità scolastica.
Grazie.

Anonimo ha detto...

Rispetto all'altro blog, ecco un articolo dove finalmente non si polemizza ma concretamente si propone un confronto. Capisco che vi possano essere idee differenti, ma credo che le critiche gratuite sono inutili.
Apprezzabile questa iniziativa.

Anonimo ha detto...

Ci sono novità riguardo i rilievi delle pm10?

Anonimo ha detto...

Il sindaco mi ha comunicato che in questi giorni dovrebbero arrivare ulteriori documenti sulla richiesta da me fatta, contava prima di Pasqua. Sarà mio compito pubblicare quanto prima, se vi saranno novità.

Andrea Ricca

Anonimo ha detto...

La formazione dei futuri adulti è importante, anche se nel sistema vi sono delle criticità. Sono anni che è in atto una riforma, che però non è ancora terminata, nel frattempo noi continuiamo a lavorare per il bene delle future generazioni.

Anonimo ha detto...

Come associazione genitori, diamo un contributo, ma poi sta ai genitori alzarsi dalla "poltrona" e impegnarsi in maniera talvolta differente, per informarsi ed aggiornarsi sulle potenzialità che il figlio può correre.

Anonimo ha detto...

La scuola può elevare la competenza dei genitori verso i problemi educativi che esistono e si presentano in ogni ambito della società. aiutandosi a conoscere meglio tanti aspetti della persona, è possibile imparare a come si diventa genitore non perfetto ma almeno più efficace.

Anonimo ha detto...

mA SAPETE CHE IL BIGLIETTO DELLO SCUOLABUS è AUMENTATO ?

Anonimo ha detto...

Non è facile, sono arrivate un sacco di nuove famiglie che non si conoscono, spesso la solidarietà tra genitori unisce e coinvolge, qui da noi non è possibile questa aggregazione.

Anonimo ha detto...

Bravi ragazzi, tenete duro.
Serve un'alternativa.

Anonimo ha detto...

Dott. Ricca grazie.

Anonimo ha detto...

interessante, il confronta fa bene,

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