Vorrei fare alcune precisazioni in merito alle dichiarazioni polemiche dei consiglieri di minoranza Mannatrizio, Guarneri e Aliprandi apparse nell'articolo del 12 ottobre riguardanti la rinuncia alle indennità di carica della giunta di Castel Mella e alla successiva lettera del Sig.Galeazzi consigliere del partito Lega Nord.
La scelta fatta dal sindaco e dalla giunta di Castel Mella di versare le proprie indennità di carica in un fondo sociale risale all'indomani dell'insediamento nel maggio 2011 e da allora non è mai stata sbandierata in alcun modo, ma, viste le vicende che hanno travolto Lega e il PdL in Lombardia e in Lazio con i fiumi di denaro pubblico finiti nelle tasche di molti politici e gli intrecci affaristici e malavitosi di tanti «professionisti» della politica, evidentemente alcuni mezzi d'informazione hanno ritenuto di dar risalto a fatti che in qualche modo si distinguono in questo panorama desolante.
Nessuno ha mai detto che il sindaco e la giunta di Castel Mella sono a costo zero per il Comune. Se i consiglieri di opposizione si fossero presi la briga di leggere il Tuel (Testo unico enti locali) saprebbero che l'indennità di carica nulla ha a che fare con il rimborso delle ore di permesso per carica elettorale che per un sindaco lavoratore dipendente ammontano al massimo a 48 ore mensili (e non 63 come indicato nell'articolo).
Ma il sig. Galeazzi, intervenuto poi con una sua lettera, non è un incompetente, è invece molto attento e sa bene che la nostra non è un'opera di beneficenza, ma è una scelta che ha un valore dirompente per il sistema politico dei partiti.
Per questo il consigliere Galeazzi sente la necessità di screditare la nostra scelta confondendo volutamente rimborsi e indennità secondo le solite modalità messe in atto dalla Lega fin dall'inizio del nostro mandato mediante l'utilizzo di volantini offensivi, insinuazioni su assessori e consiglieri, sprezzanti giudizi sulla nostra incompetenza.
Si può capire il perché: nel maggio 2012 a Castel Mella è stato scardinato un sistema pazientemente costruito in 18 anni di governo nel quale la Lega aveva saldamente occupato non solo gli Assessorati principali ma dove gli incarichi di responsabile dei lavori pubblici e dell'urbanistica erano assegnati a politici leghisti. Ma se nel maggio 2011 si è infranto il sogno di fare di Castel Mella un «gran borgo che s'incammina a diventar città» di 20, 30, 40.000 abitanti e più, spazio permettendo, è anche un po' colpa dell'allora assessore Galeazzi, perché da accorto politico quale è, avrebbe dovuto accorgersi che qualcosa non andava con il responsabile dell'ufficio tecnico del comune, nonché assessore leghista a Rodengo Saiano, che tanti guai gli ha procurato non solo giudiziari, per fortuna risolti, ma anche di carriera politica.
Da qui la sua reazione, che oltre ad essere sgradevole e scomposta è pure incauta perché quando parla di programmi disattesi, Galeazzi dovrebbe pensare alla piscina o alla scuola superiore del suo programma. Quando parla della nostra inettitudine dovrebbe riflettere se tanta politica del «fare» sia sempre stata un «fare bene» viste le tante e costose riparazioni e sistemazioni di recenti edifici e opere pubbliche del paese.
La sconfitta brucia ancora e i nervi sono scoperti. La verità innegabile è che circa 30.000 euro delle nostre indennità invece di andare nelle tasche di sindaco e assessori, come succedeva fino a maggio 2011, finiscono in un fondo sociale.
E questa è una verità che fa saltare i nervi ai professionisti della politica.
Marco Franzini
Sindaco di Castel Mella
(Lettera pubblicata sul GIORNALE DI BRESCIA - 20/10/2012)
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